
GoAhead, Toyota e l’intelligenza artificiale: imparare facendo, correre consapevoli
Quarta conversazione. Oggi un progetto che corre, un gioco che insegna, e una sfida che ci riguarda tutti: capire l’intelligenza artificiale senza farci travolgere né paralizzare
GoAhead: quando i farmacisti del SSN diventano protagonisti
Ho ospitato la tappa fiorentina di GoAhead, un progetto che mette in movimento i Farmacisti del Servizio Sanitario Nazionale. Non da soli, ma in team multi-professionali e multi-stakeholder. Perché le trasformazioni vere non si fanno in solitudine.
Firenze è stata la penultima di 5 tappe che si concluderanno a Catania. Sotto la guida di Alessandro Brega, abbiamo lavorato sui due progetti vincitori del contest 2024: Careggi e ASL Nord Ovest, che ho premiato nella mia precedente edizione. Grazie a Takeda che sostiene con convinzione e passione il progetto.
Non erano lì per celebrare. Erano lì per portare quei progetti a diffusione nazionale. Dall’idea all’azione, dall’eccellenza locale al patrimonio di sistema. Questo è correre davvero.
Toyota: imparare la Lean montando una RAV4
E parlando di imparare facendo, ho ospitato qualcosa di completamente diverso e straordinariamente efficace: Toyota con il suo gioco per imparare la Lean montando una RAV4.
Non una lezione frontale sulla Lean. Non slide e teoria. Un gioco pratico: squadre che montano componenti di un’auto seguendo i principi Lean. Eliminazione degli sprechi, flusso continuo, miglioramento incrementale. Si impara facendo, sbagliando, correggendo, ottimizzando.
Perché Toyota alla Leopolda della Salute? Perché la Lean in sanità funziona. Riduce attese, elimina passaggi inutili, migliora la qualità, rispetta il tempo dei professionisti e dei pazienti. Ma va capita, non solo studiata.
E Toyota ci ha insegnato che si impara meglio giocando che ascoltando. Si capisce meglio un processo ottimizzandolo con le mani che leggendolo su un manuale.
Questa è formazione vera. Questo è antifragilità: imparare da chi ha fatto della qualità e del miglioramento continuo la propria essenza.
L’AI: la grande sfida che nessuno può più ignorare
Ma da tutte le tappe di GoAhead – e dai corridoi della Leopolda – è emerso un tema che attraversa l’intera sanità: la necessità urgente di formazione sull’intelligenza artificiale.
Non solo per i farmacisti. Per tutti. Manager, clinici, infermieri, amministrativi, direzioni strategiche.
Quale AI? Quali applicazioni? Come usarla? Quando non usarla? Con quali garanzie? Con quale etica?
Il paradosso che blocca tutto il sistema
Il paradosso è stridente e paralizzante, e lo vedo ovunque nella sanità italiana.
Da una parte c’è l’uso personale: molti professionisti provano ChatGPT a casa, sperimentano, si stupiscono. Dall’altra ci sono i moniti istituzionali: “Non usatelo per questioni di privacy”, “Aspettate le linee guida”.
Risultato? Due reazioni opposte, entrambe dannose:
- Il freno a mano tirato: meglio non toccare nulla. Nel frattempo, fermi. Mentre il mondo corre.
- L’affidamento cieco ai vendor: compriamo la soluzione certificata senza capire cosa fa, come la fa, quali limiti ha.
Entrambe portano a perdita di controllo e consapevolezza. A subire l’AI invece di governarla.
Gli antidoti esistono (per tutta la sanità)
Esistono antidoti!! E valgono per l’intero sistema sanitario.
Primo antidoto: formazione specifica e pratica
La formazione vera: non generica sui “concetti di AI”, ma specifica per i contesti reali. Come quella di Toyota: pratica, concreta, con esempi veri.
Serve che i professionisti capiscano quali AI possono davvero supportarli nel loro lavoro quotidiano. Con esempi reali, casi d’uso, limiti chiari, garanzie etiche e di privacy. Non terrorismo tecnologico né entusiasmo acritico.
Secondo antidoto: spazi protetti di confronto
Spazi dove chi ha sperimentato racconta cosa ha funzionato e cosa no. Dove le domande sono benvenute. Dove ammettere “non ho capito” non è debolezza ma intelligenza.
Dove lo smarrimento diventa il punto di partenza condiviso da cui costruire insieme consapevolezza.
Terzo antidoto: l’etica by design
Come ho discusso con Mons. Renzo Pegoraro: l’AI deve avere un’anima etica dalla progettazione, non come clausola aggiunta dopo.
By design significa progettare AI che aumentano l’umanità della cura, garantire trasparenza, rispettare la privacy dalla base, includere controllo umano nei punti critici.
L’etica non è un freno all’innovazione. È la condizione perché l’innovazione sia sostenibile e umana.
Quarto antidoto: governance consapevole
Servono competenze di governance dell’AI nelle direzioni strategiche. Manager che capiscono abbastanza per fare domande giuste ai vendor, per valutare soluzioni, per proteggere l’autonomia delle loro organizzazioni.
Non serve che tutti diventino data scientist. Serve alfabetizzazione critica.
Trasformare lo smarrimento in leva di cambiamento
Io continuerò a fare la mia parte: creare spazi dove lo smarrimento diventa domanda, la domanda diventa confronto, il confronto diventa consapevolezza, la consapevolezza diventa azione.
L’intelligenza artificiale non è il nemico da temere né il salvatore da acclamare. È uno strumento potentissimo che dobbiamo imparare a governare, con competenza e con etica.
GoAhead ci insegna qualcosa di profondo: bisogna correre, ma correre insieme, correre consapevoli. Toyota ci insegna che si impara facendo, non solo ascoltando.
Disegnare le mappe camminando
L’intelligenza artificiale in sanità è un terreno nuovo dove le mappe le stiamo disegnando noi, mentre camminiamo.
Non aspettando che qualcuno le disegni per noi. Non delegando. Non bloccandoci per paura.
Ma camminando insieme, confrontandoci, imparando dagli errori, condividendo le scoperte. Con coraggio e con prudenza. Con velocità e con etica.
Come chi monta una RAV4 seguendo i principi Lean: provando, ottimizzando, migliorando. Ciclo dopo ciclo.
Questo è il coraggio di correre. Questo è l’antifragilità in azione.
Riflettete e non esitate a dirmi cosa ne pensate. Sto costruendo questi antidoti in tempo reale. Il vostro contributo conta.
– Il Forum Leopolda della Salute























