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L’amore che cura e gli Ambassador che trascinano

Terza conversazione. Oggi: premi speciali, community che funzionano, e una plenaria che ha fatto la differenza

“I pazienti amano chi li ama e lo premiano”

C’è un premio che mi piace raccontare perché è diverso da tutti gli altri. Si chiama “I pazienti amano chi li ama e lo premiano”. Un nome lungo, lo so, ma necessario. Perché mette l’amore come elemento che cura e che lega.

Quest’anno, con la formidabile e vitale Annalisa Scopinaro, abbiamo premiato a sorpresa una “costruttrice di ponti”. Persone con malattia rara che incontrano chi si impegna per mettere al centro loro e le loro famiglie: attenzione, servizi, comunicazione. Persone speciali che riconoscono altre persone speciali.

Gli Ambassador della Sanità: non un titolo, un impegno

Sono uno dei luoghi dove gli Ambassador della Sanità si riuniscono. Fanno il punto sull’anno – in particolare gli Open Meeting dei Grandi Ospedali e i loro progetti focus – e decidono le iniziative future.

Una parola sugli Ambassador. Non è un titolo né un riconoscimento. È soprattutto un impegno a creare connessioni, scambiare esperienze, essere aperti al mondo e all’innovazione.

Una community che deve essere di esempio, trascinare. Lo sento dai discorsi: il tempo manca, gli impegni sono tanti. Ma lo scambio tra pari, l’apertura, il tempo dedicato ad approfondire insieme è inestimabile.

Il progetto di verticalizzazione

Quest’anno la Community, coordinata da Paolo Petralia, ha proposto agli Ambassador di esprimere un’idea per affrontare un progetto su uno dei 5 macrotemi dei laboratori degli Open Meeting.

Una verticalizzazione in una struttura ospitante. Un progetto concreto che la struttura sente proprio e vorrà adottare. Non teoria, pratica.

La plenaria: il meglio di questi anni

Ora la plenaria. Un parterre di grande livello. La migliore in questi anni, dicono. E lo dicono loro, non io.

Mons. Renzo Pegoraro, Elio Borgonovi, Paolo Petralia, Nino Cartabellotta, Americo Cicchetti (in remoto), Massimiliano Nicolini, Cosimo Accoto, Marianna Gensabella Furlani, Eugenio Giani, condotti dal mio amico Luca Telese.

Nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Persone che hanno portato contenuti, visioni, provocazioni. Quella capacità di mettere le mani nei nodi senza girarci intorno che è la mia cifra distintiva.

GoAhead: quando i farmacisti corrono verso il futuro

E infine, la tappa fiorentina di GoAhead, progetto per Farmacisti del SSN in team multi-professionale e multi-stakeholder.

La tappa di Firenze – penultima di una serie di 5 che si concluderà a Catania – sotto la guida di Alessandro Brega, ha lavorato sui due progetti vincitori del contest 2024: Careggi e ASL Nord Ovest, premiati nella mia precedente edizione. L’obiettivo? Portarli a diffusione nazionale.

L’AI che crea smarrimento (e gli antidoti)

Da Firenze – ma anche dalle altre tappe – è emersa la necessità di formazione: quale AI, quali applicazioni.

In generale, l’intelligenza artificiale è una grande incognita che crea smarrimento. Tra l’uso personale di GPT e i moniti sulla privacy. Lo smarrimento percorre tutti i livelli di responsabilità e la conseguenza è il freno a mano o l’affidarsi ai vendor senza consapevolezza piena.

Esistono antidoti!!

E io continuerò a creare spazi dove lo smarrimento diventa domanda, la domanda diventa confronto, il confronto diventa consapevolezza.


Nella prossima conversazione gli altri momenti che hanno reso speciali questi due giorni.

– Il Forum Leopolda della Salute

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