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Il decimo Forum Leopolda Salute pone al centro una domanda scomoda: fino a quando la sanità italiana potrà permettersi di camminare quando dovrebbe correre? La questione non è retorica. Dietro c’è un paradosso che morde: da un lato liste d’attesa infinite, personale stremato, risorse cronicamente insufficienti. Dall’altro, un patrimonio di eccellenza invidiabile: 38 IRCCS che sfornano oltre 1.200 pubblicazioni scientifiche di prestigio internazionale all’anno, innovazioni che l’OMS adotta come standard globali, competenze riconosciute in tutto il mondo.

Il Rapporto OASI ha fotografato il problema con precisione chirurgica: “Al Servizio Sanitario Nazionale manca solo un sistema nervoso che connetta le sue parti migliori.” Non è un problema di sapere, è un problema di connessione. Soluzioni che funzionano perfettamente in un ospedale rimangono tragicamente isolate mentre, a pochi chilometri di distanza, altri professionisti lottano con problemi già risolti. Un’inefficienza che pesa come un macigno.

Elio Borgonovi non usa mezzi termini: la prudenza metodica non basta più. Servono coraggio e slancio, serve accelerare. Il tempo delle esitazioni è finito perché le sfide non aspettano i nostri comodi. E quest’anno l’urgenza è tangibile: fondi PNRR da spendere entro il 2026, carenza di personale al picco storico, liste d’attesa a livelli insostenibili. La finestra temporale è stretta e non si riapre.

La governance sanitaria oggi si trova ad affrontare cinque ondate di trasformazione che convergono simultaneamente. La prima riguarda le relazioni di cura: pazienti e operatori devono tornare al centro, non come slogan ma come pratica concreta. La seconda ondata è diagnostica e terapeutica, dove la logica passa dalla reazione alla previsione. La terza è organizzativa: servono strutture agili, capaci di adattarsi in tempo reale agli shock. La quarta è digitale, ma con un imperativo preciso: tecnologia inclusiva che non generi nuove disuguaglianze. La quinta è culturale e sistemica, un passaggio dal valore della singola prestazione al valore condiviso e di lungo periodo.

Qui entra in gioco il concetto di antifragilità, quella qualità dei sistemi che non solo resistono agli shock ma ne traggono forza. La sanità italiana deve smettere di essere fragile o semplicemente resiliente. Deve diventare antifragile: ogni crisi, ogni pressione, ogni difficoltà dovrebbe rafforzarla, non spezzarla. Questo richiede una trasformazione profonda nel modo in cui il sistema apprende e si evolve.

Le intelligenze di dominio diventano decisive in questo contesto. Non servono altre piattaforme tecnologiche o protocolli standardizzati calati dall’alto. Serve la visione manageriale che legge oltre i dati, l’intuito clinico che coglie quello che gli algoritmi non vedono, la capacità di design che trasforma i processi in esperienze, la sensibilità comunicativa che costruisce fiducia. Queste competenze umane, insostituibili, sono il vero motore della trasformazione.

Il Forum Leopolda Salute 2025 propone un modello concreto: il sistema degli scambi. Non basta più che le eccellenze esistano, devono circolare. Servono meccanismi strutturali che permettano alle soluzioni validate di diffondersi rapidamente, che facilitino il trasferimento di conoscenze da un contesto all’altro, che creino ponti operativi tra realtà diverse. Il sistema degli scambi è l’infrastruttura invisibile ma fondamentale che trasforma competenze sparse in intelligenza collettiva.

La mentorship diventa strategica in questo framework. Non si tratta di formazione tradizionale o di trasferimento verticale di sapere. Si tratta di costruire una rete orizzontale dove chi ha già affrontato e risolto un problema accompagna chi lo sta affrontando ora. La mentorship diffusa attraverso tutto il sistema sanitario accelera l’apprendimento, riduce gli errori, previene il burnout, crea comunità di pratica che sopravvivono agli eventi e alle mode del momento.

Tutto questo, però, si scontra con una realtà che non può essere ignorata. Politiche sanitarie spesso approssimate, quando non prive di visione di lungo periodo. Tempi di management troppo limitati: un direttore generale resta in carica tre anni, forse quattro se è fortunato, troppo poco per sviluppare e consolidare strategie che richiedono orizzonti decennali. Autonomie decisionali ristrette da vincoli burocratici che soffocano l’iniziativa. Resistenze al cambiamento radicate in chi vede ogni innovazione come minaccia al proprio perimetro di potere. La gestione del potere, spesso, conta più della gestione della salute.

Eppure, nonostante tutto questo, il sistema tiene. E tiene grazie a qualcosa che nessun manuale di management può codificare: la generosità di migliaia di professionisti che ogni giorno fanno più di quanto il loro contratto richieda. La capacità di trovare soluzioni improvvisate ma efficaci quando le risorse mancano. Le questioni di senso che motivano persone capaci a rimanere in un sistema che spesso non le valorizza come dovrebbe. Questa è la contraddizione più profonda della sanità italiana: sopravvive nonostante se stessa, grazie all’ostinazione di chi ci crede ancora.

Il Forum non è un convegno dove si ascoltano relazioni e si scambiano biglietti da visita. È un laboratorio operativo dove si costruiscono connessioni permanenti. Il progetto Grandi Ospedali lavora sulle questioni strategiche che incidono sulla qualità dell’assistenza. HumanCare tratta l’umanizzazione delle cure come tecnologia applicata, con risultati misurabili sulla prevenzione del burnout e sulla riduzione dei conflitti. Il Summit Logistica affronta la disponibilità di farmaci e dispositivi con approcci gestionali innovativi. Il Change Camp è il campus dove i manager del cambiamento condividono strumenti e strategie concrete.

Chi partecipa non porta a casa slide o buone intenzioni. Porta connessioni operative, piani d’azione dettagliati, partnership che iniziano durante l’evento e continuano nei mesi successivi. Il Forum è il nodo di una rete che funziona tutto l’anno.

La scelta davanti a ogni professionista della salute è nitida: continuare a reinventare soluzioni in solitudine o entrare in una rete che sta costruendo il futuro. Il coraggio di correre significa implementare subito ciò che funziona, condividere senza riserve le proprie innovazioni, accettare che il cambiamento sistemico richiede collaborazione autentica. Non si tratta di abbandonare la prudenza ma di trasformarla in velocità coordinata.

Il Sistema che Apprende non è un’utopia. È un modello operativo basato su tre pilastri: connessioni strutturali tra le eccellenze, sistema degli scambi per far circolare le soluzioni, mentorship diffusa per accelerare l’apprendimento collettivo. Questi pilastri trasformano un insieme di competenze sparse in un organismo intelligente che evolve continuamente.

La sanità italiana ha tutto quello che serve per essere la migliore al mondo. Ha talento, esperienza, passione. Le manca un sistema nervoso che connetta le sue parti migliori. E il momento per costruirlo non è domani, quando avremo più tempo o più risorse. È adesso. Perché le sfide non aspettano e la finestra temporale si restringe ogni giorno.

Il decimo Forum Leopolda Salute chiede a ogni partecipante di fare una scelta: camminare o correre. La risposta determinerà il futuro della sanità italiana.


Forum Leopolda Salute 2025
Firenze, Stazione Leopolda | 21-22 ottobre
Informazioni: forumdellaleopolda.it

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