Crisi del SSN: le radici profonde della violenza contro gli operatori sanitari
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13 Settembre 2024
di Elio Borgonovi
Le recenti aggressioni a professionisti sanitari di Foggia e altri ospedali hanno dato evidenza ancor più drammatica a una situazione che da qualche anno affligge il sistema. Questi fatti inducono a riflettere sulle cause che sono molteplici e che si autoalimentano.
Senza stabilire un ordine di priorità si possono elencare:
- Il depotenziamento del SSN a seguito del blocco delle assunzioni e finanziamenti inadeguati
- Inefficienze sul piano organizzativo
- Sistema dei media che esalta ciò che non funziona rispetto a ciò che funziona
- Divaricazione tra ciò che è possibile fare e vincoli delle risorse
- Eccesso di burocratizzazione che colpisce le aziende sanitarie e aziende ospedaliere
- Retribuzioni inadeguate rispetto al valore sociale delle professioni sanitare
- Insicurezza e demotivazioni del personale
- Ultimo, ma non meno importante, cultura che non accetta i limiti della scienza.
In sintesi, rottura dei rapporti di fiducia a tutti i livelli.
È illusorio pensare che il problema possa essere risolto o ridotto aumentando i presidi di polizia presso gli ospedali, o attraverso interventi su singole cause, quali ad esempio l’aumento di qualche miliardo al finanziamento del SSN e delle retribuzioni di medici e infermieri che pure possono essere utili.
È necessario far convergere l’impegno delle professioni, del mondo scientifico, della politica, dei media per promuovere una profonda azione culturale in grado di riportare definitivamente il tema della salute al centro delle politiche pubbliche (leggasi manovra di bilancio).
Solo in questo modo sarà possibile una riforma del SSN idonea a mantenere i principi di universalità, equità, solidarietà realistici con una realtà presente e futura ben diversa da quella della legge 833/1978 e degli ultimi quarant’anni.
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