L’ospedale è un sistema complesso costituito da una rete di nodi e connessioni

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18 Marzo 2025

di Andrea Vannucci

Docente di Programmazione, Organizzazione e Gestione delle aziende sanitarie DSIM — Università di Siena

Presupposti teorici per l’applicazione della teoria dei piccoli mondi alla progettazione ospedaliera

La teoria dei piccoli mondi può essere applicata allo studio e alla progettazione delle relazioni spaziali in ambito ospedaliero. Questa teoria, proveniente dalla teoria dei grafi e delle reti, si basa sull’idea che i nodi di una rete sono collegati tra loro attraverso un piccolo numero di passaggi, creando un sistema altamente interconnesso e caratterizzato da una combinazione di densità locale e connessioni a lungo raggio.In ambito ospedaliero può essere utilizzata per migliorare la progettazione e la gestione degli spazi e dei flussi, contribuendo a creare un sistema efficiente, accessibile e in grado di rispondere alle esigenze di pazienti, personale e processi sanitari. Possibili applicazioni specifiche sono:

  1. Progettazione degli spazi

applicare la teoria dei piccoli mondi consente di progettare spazi ospedalieri in modo che siano connessi in modo efficiente, riducendo la distanza fisica e funzionale tra reparti critici (ad esempio, pronto soccorso, sala operatoria, terapia intensiva).
Un altro utile impiego è nella ricerca di un buon bilanciamento tra densità e accessibilità di spazi specifici: è possibile garantire che i punti strategici (reception, ascensori, corridoi principali) siano ben collegati sia a livello locale che globale, facilitando i flussi di persone e risorse.

  1. Gestione dei flussi operativi

La teoria può essere applicata ai flussi di pazienti per analizzare e migliorare il loro percorso, dalla registrazione all’intervento, del blocco operatorio al reparto e così via, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e gli spostamenti non necessari.
Così come una sua applicazione risulta utile per i flussi delle informazioni e dei materiali. E’ possibile ottimizzare i percorsi delle informazioni (digitali e cartacee) e dei materiali (strumenti chirurgici, medicinali, dispositivi) garantendo che arrivino ai punti di utilizzo nel minor tempo possibile.

  1. Prevenzione degli ostacoli e delle congestioni

Attraverso l’analisi delle reti ispirata alla teoria dei piccoli mondi, si possono identificare i colli di bottiglia costituiti da quei nodi che rischiano di sovraccaricarsi (ad esempio, aree di attesa o nodi di transito), riprogettandoli per migliorare il flusso complessivo. Così come individuare ed intervenire sulle connessioni ridondanti. Ad esempio l’aggiunta di connessioni “a lungo raggio” tra aree apparentemente lontane può ridurre il carico su percorsi altamente frequentati.

  1. Collaborazione e interazione del personale

Gli ospedali sono sistemi complessi con una forte interdipendenza tra team clinici e logistici. La teoria dei piccoli mondi può aiutare a mappare e progettare le relazioni tra i reparti, favorendo la comunicazione rapida e la collaborazione interdisciplinare. Ma anche è utile per progettare hub centrali: spazi condivisi, come sale riunioni o aree break comuni, possono fungere da hub che collegano più “comunità” ospedaliere, migliorando la cooperazione.

  1. Analisi e simulazioni

Infine, utilizzando strumenti analitici basati sulla teoria dei piccoli mondi, è possibile simulare scenari operativi, identificare punti critici e progettare interventi mirati a migliorarne l’efficienza.
Un approccio che favorirà anche la resilienza della rete dei servizi all’interno dell’ospedale perché consente di verificare la capacità dell’ospedale di funzionare anche in condizioni di emergenza, assicurandosi che rimangano percorsi alternativi accessibili.
In sintesi, l’approccio basato sulla teoria dei piccoli mondi consente una progettazione e gestione ospedaliera più intelligente, in grado di affrontare le sfide complesse e dinamiche degli ambienti sanitari moderni.

Applicazione pratica della teoria dei piccoli mondi nella progettazione ospedaliera
Applicare la teoria dei piccoli mondi alla progettazione degli spazi e dei percorsi ospedalieri richiede un approccio che consideri la struttura della rete ospedaliera come un sistema complesso di nodi (spazi) e collegamenti (percorsi). Ecco i passi principali per implementare questa teoria in modo pratico:

  1. Analisi delle reti ospedaliere

Mappatura dei nodi e delle connessioni: Identifica i nodi principali della rete ospedaliera, come reparti, ambulatori, laboratori, sale operatorie, aree di attesa e spazi comuni. Collegali con i percorsi che li connettono, come corridoi, ascensori, scale e percorsi pedonali.
Definizione delle priorità dei nodi: Classifica i nodi in base alla loro centralità e funzione (ad esempio, aree di emergenza, diagnosi e trattamento avranno una maggiore priorità rispetto agli spazi amministrativi o di supporto).

Valutazione delle distanze: Calcola le distanze fisiche e funzionali tra i nodi, considerando la frequenza e l’importanza dei flussi.

  1. Creazione di una rete a piccoli mondi

La teoria dei piccoli mondi si basa su due concetti chiave: la clusterizzazione locale, cioè i nodi vicini devono essere ben collegati per formare gruppi coerenti. E le connessioni a lungo raggio, cioè i collegamenti strategici tra nodi distanti che riducono il numero di passaggi necessari tra punti lontani della rete.
Nell’ applicazione pratica la clusterizzazione locale consiste nel progettare i reparti che lavorano insieme (ad esempio, diagnosi e terapia) in modo che siano vicini e facilmente accessibili e nel garantire percorsi chiari e diretti tra gli spazi locali, con segnaletica e orientamento visivo chiari.
Per le connessioni a lungo raggio vanno inseriti percorsi diretti o scorciatoie strategiche tra aree distanti ma frequentemente connesse, come pronto soccorso e sala operatoria o terapia intensiva e diagnostica per immagini o l’usa di sistemi verticali (ascensori dedicati) per ridurre i tempi di percorrenza tra i piani.

  1. Simulazione dei flussi

Modellazione dei flussi di utenti:

  • Utilizza software di simulazione basati su modelli di rete per analizzare come i pazienti, il personale e i materiali si muovono attraverso l’ospedale.
  • Identifica i percorsi più trafficati.
  • Prevedi colli di bottiglia o aree a rischio di congestione.

Ottimizzazione dei flussi: ridisegna i percorsi in base alle simulazioni per migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di percorrenza.

  1. Resilienza e flessibilità

Progettazione modulare: usa una configurazione che permetta di riconfigurare i percorsi rapidamente in caso di emergenze o aumento del carico di lavoro.

Ridondanza dei collegamenti: Progetta percorsi alternativi (ridondanti) per garantire che i flussi critici (ad esempio, trasporto di pazienti gravi o materiali sterili) non siano interrotti.

  1. Uso della tecnologia

Sistemi di guida intelligente: implementa tecnologie di navigazione indoor (come beacon Bluetooth o Wi-Fi) per guidare i pazienti e il personale verso le loro destinazioni in modo ottimale.

Monitoraggio in tempo reale: usa sensori IoT per rilevare flussi e congestioni in tempo reale, migliorando la gestione dei percorsi.

  1. Principi architettonici

Orientamento e visibilità: progetta spazi con corridoi intuitivi, punti di riferimento visivi e connessioni dirette tra aree critiche.

Spazi polifunzionali: integra spazi che servono come hub per più funzioni (ad esempio, sale di attesa centrali che servono più reparti).

Accessibilità: considera percorsi accessibili a persone con disabilità o esigenze speciali, riducendo le barriere architettoniche.

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