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In un suo post di linkedin dedicato alla battaglia tra alcune tecnologie di Intelligenza Artificiale, il Marketing Advisor & AI consultant Matteo Arnaboldi, ci presenta un aspetto della guerra tra i giganti della Gen AI partendo dallo scontro tra Chat GPT e DeepSeek sconfitte, entrambe, da Perplexity. Il Magazine approfondisce la questione dando conto delle osservazioni che questo post ha suscitato, partendo da un fattore determinante: la gratuità dell’opera.

Nel panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, una nuova mossa strategica sta catturando l’attenzione degli esperti del settore: Perplexity, fino a poco tempo fa, era un attore relativamente silenzioso nel campo, ma ha iniziato a far rumore grazie al lancio di una funzionalità che potrebbe rappresentare un punto di svolta nel mercato delle AI. Una versione gratuita di “Deep Research”, in diretta competizione con il prodotto simile recentemente introdotto da OpenAI.

Una mossa dirompente in un mercato competitivo

Mentre i principali laboratori di intelligenza artificiale stanno progressivamente spostando le loro funzionalità più avanzate dietro abbonamenti a pagamento, Perplexity ha scelto una direzione completamente opposta, di fatto la sua offerta di Deep Research gratuita e accessibile rappresenta una strategia audace che punta sulla democratizzazione degli strumenti di ricerca avanzata.

“Non si limita a recuperare informazioni”, spiegano gli sviluppatori. Deep Research di Perplexity costruisce report di ricerca strutturati con fonti verificate, analisi dettagliate e un approccio che si avvicina sorprendentemente a quello umano nella sintesi dei dati complessi. Ma cosa può fare realmente questo strumento?

Deep Research esegue decine di ricerche simultanee, analizzando centinaia di fonti e utilizzando sofisticati algoritmi di ragionamento per produrre report completi e ben articolati. Tra le sue capacità spiccano:

  • La conduzione di analisi scientifiche su argomenti complessi con un livello di approfondimento paragonabile a quello di un ricercatore umano;

  • L’elaborazione di ricerche di mercato dettagliate, complete di citazioni verificabili;

  • La produzione di studi accademici, report finanziari e panoramiche aziendali strutturate;

  • La rapidità: completa questi compiti in soli 2-4 minuti, un tempo significativamente inferiore rispetto alle alternative umane o AI.

Gaetano Biondo, Executive MBA e docente di Marketing SUPSI, ha condiviso la sua esperienza: “Li sto provando per delle rassegne stampa. Finora il migliore è Perplexity!” Un’opinione che riflette il crescente apprezzamento per l’accuratezza dello strumento nell’organizzare informazioni da fonti diverse.

Un confronto diretto con OpenAI

I benchmark tecnici mostrano che Perplexity si sta avvicinando pericolosamente alle prestazioni del suo principale concorrente. Nel test “Humanity’s Last Exam”, considerato un importante parametro di valutazione per le capacità di ragionamento avanzato, Deep Research di Perplexity ha ottenuto un punteggio del 21,1%, non molto distante dal 26,6% raggiunto da OpenAI. Questa vicinanza di prestazioni, unita alla gratuità del servizio, potrebbe rappresentare una minaccia concreta per il modello di business di OpenAI, che ha scelto di posizionare funzionalità simili in fasce di prezzo premium.

I vantaggi dell’approccio di Perplexity

Una delle caratteristiche distintive di Perplexity è l’attenzione alle fonti. A differenza di altri sistemi AI che possono “allucinare” informazioni, Deep Research cita esplicitamente le fonti consultate, permettendo agli utenti di verificare l’accuratezza delle informazioni fornite. Tuttavia, come evidenziato nei commenti al post di Matteo Arnaboldi, non mancano le criticità: “Tra l’altro Deep Research di OpenAI, alla mia insistenza di aggiungere fonti a una ricerca, ne ha inventate 5, attribuendo articoli inesistenti a testate famose”, ha riportato Gaetano Biondo, sottolineando un problema di affidabilità che affligge ancora molti sistemi di AI generativa.

Nonostante l’entusiasmo, è importante notare alcune limitazioni del servizio. Come precisato da Davide Quinzani, avvocato che ha commentato il post originale, “È gratis solo per le prime 5 query che possono però essere sviluppate da Ricerca Pro, Ragionamento con 03-mini, Ricerca Approfondita e anche un modello R1”. Questa restrizione indica che Perplexity sta adottando una strategia freemium classica: offrire gratuitamente funzionalità impressionanti ma limitate, con l’obiettivo di convertire gli utenti soddisfatti in abbonati premium.

L’effetto catalizzatore della concorrenza

Un aspetto interessante emerso nella discussione è il ruolo di altri attori emergenti nel settore. Come osservato da Gaspare Ressa, “C’è da dire che l’ingresso (a sorpresa?) di DeepSeek ha dato una decisa accelerata a tutti gli strumenti di intelligenza artificiale. Serviva un po’ di concorrenza”. Questo commento evidenzia come l’ecosistema dell’AI stia beneficiando dell’intensificarsi della competizione, con una conseguente accelerazione dell’innovazione e del miglioramento dei servizi offerti. La strategia di Perplexity di rendere gratuita una funzionalità così avanzata potrebbe avere profonde implicazioni per l’intero settore. Se dovesse riscuotere successo, potrebbe costringere anche gli altri principali attori a riconsiderare i loro modelli di distribuzione e pricing. La mossa si inserisce in un contesto più ampio di battaglia per la conquista dell’utente finale, dove l’accessibilità sta diventando un elemento differenziante tanto quanto la potenza tecnologica. Come sintetizzato efficacemente nel post originale: La guerra dell’AI è appena iniziata

Perplexity Deep Research rappresenta potenzialmente un cambio di paradigma nel modo in cui conduciamo ricerche online. Fornendo analisi approfondite e strutturate con un approccio che combina l’ampiezza della ricerca web con il ragionamento avanzato dei modelli AI, sta ridefinendo le aspettative degli utenti. Se questo strumento manterrà le promesse, potremmo assistere a una trasformazione simile a quella che Google ha portato alla ricerca di informazioni vent’anni fa: la differenza è che questa volta il cambiamento non riguarda solo il trovare informazioni, ma il comprenderle, analizzarle e sintetizzarle in modi che finora richiedevano l’intervento umano.

Come concluso nel post originale, osservando questi sviluppi “ormai mi servirebbero i pop corn” – una metafora che cattura perfettamente l’atmosfera di attesa e eccitazione che circonda questa nuova fase della competizione nel campo dell’intelligenza artificiale.

#Perplexity#Fonti#DeepResearch#GuerraAI

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