L’Arca e la vera storia (Dietrologia di Noè)
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18 Dicembre 2024
di Giorgia Zunino
Strategic Foresight
PARTE I
Ho salvato molti animali?
In realtà, sono stata aiutata soprattutto dai gatti, infatti gli animali non volevano credere.
Il cambiamento spaventava e rifiutavano di vedere che il Padre altissimo era adirato e avrebbe presto distrutto il loro mondo, fatto di tranquilla routine, sì insoddisfacente ma comunque confortevole alla fine.
I capi branco, minacciati nel loro potere, affermavano che si magari la tempesta forse ci sarebbe stata ma avrebbero trovato rifugio nelle caverne, dopotutto “si era fatto sempre così” e così bisognava continuare.
Allora Noè, che in realtà era femmina, si alleò con i gatti.
I gatti astuti e incredibilmente esperti nell’arte della manipolazione, attuarono tutte le pratiche per far credere agli animali che in realtà non si trattava di un’arca di salvezza.
La “verità”, nascosta ai più, era che l’arca in realtà fosse una grande festa underground con canti, balli e libertinaggio.
Insomma “non volevano farcelo sapere”.
Allora il tam-tam si propagò tra valli e monti e mari, un barrito qua, un raglio di là un cinguettio e abbaio e via così la cosa montò a dismisura divenendo l’evento del secolo.
Allora partirono carovane di animali per il grande party della fine del mondo.
Una figata insomma.
PARTE II
Ed in effetti così fu.
Gli animali si ritrovarono in un luogo un po’ buio, e dopo poco capirono che non avevano scampo.
Tutto chiuso, un maledetto movimento sussultorio e sul ponte della fottuta nave non si poteva stare, per causa di una pioggerellina insopportabile.
I gatti rimanevano sereni in disparte a fare le fusa.
I capi branco non capivano nulla di questa nuova situazione ed alcuni di loro incominciarono infastiditi a picchiare gli animali più vicini.
I mandrilli, insieme ad altri, presero alla lettera la invitation sul libertinaggio ed incominciarono a dedicarsi in modo forsennato a mastodontiche attività sessuali.
Nessuno di loro sperava più in nulla.
La fine del mondo pareva imminente ed ognuno reagiva a modo suo.
Pochissimi, ad eccetto di Lady Noè, capivano che non era affatto la fine, ma era l’inizio di tutto, ripulito dalla merdosa realtà precedente.
Neppure uno strepitoso arcobaleno schiari le menti.
Ci vollero anni, forse secoli, per apprezzare pienamente la gioia di una nuova era.
FINE
(o l’inizio?)
PS
Questa Storia, scritta a due mani con il mirabolante Alberto Clavarino è ispirata da un dono.
È quell’immagine di copertina che #Mfiber ha inviato alla sottoscritta (eh si sono come già scritto un po’ la musa di qualche Digital Artist…vedi mai!), ispiratrice e quindi essa stessa mia musa, che ci ha permesso di condividere i pensieri, in tempi separati, sul cambiamento piccolo o grande che sia perché, ogni cambiamento rappresenta sempre la fine di un mondo, uno tsunami.
C’è chi vede e chi non vuole vedere.
E le reazioni delle persone e dello status in cui sono immersi è sempre lo stesso, perché tecnologia voglia o non voglia il nostro lato umano, ancestrale è il meraviglioso fardello che ci portiamo addosso nei secoli.
Commento di Giuseppe Orzati
Leggendo il racconto di Giorgia Zunino, emergono subito paralleli con “Il Maestro e Margherita“.
Entrambe le opere suggeriscono che il cambiamento radicale richiede metodi non ortodossi e ingannevoli. In Bulgakov, è il diavolo a portare giustizia e redenzione; nella Zunino, l’inganno benevolo di Noè e dei gatti salva le specie animali.
Nel racconto, Noè (una figura femminile) si allea con i gatti per diffondere la falsa notizia di una “grande festa underground“, sovvertendo le aspettative degli animali restii. Questo uso dell’inganno per un fine superiore riecheggia le manipolazioni di Woland, il diavolo.
Il testo evidenzia la resistenza al cambiamento nonostante l’imminente catastrofe, riflettendo una critica sociale simile a quella di Bulgakov.
La Noè femminile e i gatti astuti, figure marginali, diventano catalizzatori del cambiamento, ricordando il ruolo del gatto Behemoth.
Il racconto suggerisce che il cambiamento, seppur necessario, può essere traumatico, con reazioni diverse tra gli animali. “Pochissimi, ad eccetto di Lady Noe’, capivano che non era affatto la fine, ma era l’inizio di tutto“. Questa visione del cambiamento come distruttivo e rigenerativo riflette temi presenti in “Il Maestro e Margherita”.
Entrambe le opere esplorano il complesso rapporto tra cambiamento, resistenza e inganno, offrendo una prospettiva provocatoria sulla necessità di sovvertire l’ordine esistente per il progresso, evidenziando il ruolo delle figure marginali nel catalizzare profonde trasformazioni sociali.