La Transizione dalle Descrizioni di Lavoro ai Profili di Competenza nel Contesto Sanitario

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Camilla Giovannini
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La direttiva emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica nel dicembre 2001 ha posto in evidenza un concetto fondamentale per il successo delle organizzazioni: la centralità della conoscenza e delle competenze nel gestire il cambiamento e garantire un’elevata qualità dei servizi. Questo principio, che sottolinea il diritto alla formazione permanente, ha aperto la strada ad una riflessione approfondita sulla mappatura delle competenze come strumento essenziale per la gestione efficace delle risorse umane, anche all’interno delle organizzazioni sanitarie.

Sebbene questa direttiva abbia evidenziato l’importanza di delineare le Job Description basate sulle competenze, nel settore sanitario diventa chiaro che questo approccio potrebbe essere riduttivo.

Infatti, parlare solo della descrizione del lavoro potrebbe non catturare appieno la complessità dei ruoli sanitari. Piuttosto, sarebbe più opportuno discutere dei “profili di ruolo” per categorie professionali come infermiere, fisioterapista, tecnico di laboratorio e altre ancora. All’interno di ciascun profilo di ruolo, si dovrebbe dettagliare, poi, con precisione il “profilo di competenza” specifico, come ad esempio “infermiere di sala operatoria”, “fisioterapista di comunità” e così via. Questo approccio consente una maggiore precisione nell’analisi delle skills necessarie per ciascun ruolo sanitario.

Tuttavia, resta aperta la questione su quale modello sia più idoneo per condurre un’analisi così approfondita delle competenze in sanità. Esistono diversi modelli di mappatura, ognuno dei quali offre un’interpretazione unica sulla centralità delle skills ritenute essenziali e comuni a più figure professionali. Tuttavia, per garantire un’analisi dettagliata, misurabile e certificabile delle competenze, è essenziale adottare un modello che vada oltre la semplice identificazione dei compiti svolti all’interno di un determinato setting e che sia in grado di declinare un percorso formativo chiaro per acquisirle.

Tra i vari approcci, il metodo delle UFC (Unità Formative Capitalizzabili) emerge come una solida base per la mappatura delle competenze. Questo strumento, adottato da ISFOL in collaborazione con il Ministero del Lavoro e altre istituzioni, si basa su uno studio approfondito delle skills attraverso l’analisi delle conoscenze, abilità e comportamenti che concorrono a delinearle. La scelta di questo metodo è giustificata dalla sua capacità di confrontarsi con standard nazionali ed europei, consentendo un riconoscimento delle competenze acquisite lungo l’intero percorso professionale e personale di un individuo.

Nonostante la sperimentazione condotta da ISFOL non abbia coinvolto alcuna figura professionale del settore sanitario, persiste il riconoscimento del metodo delle Unità Formative Capitalizzabili (UFC) come il più efficace e quindi adattabile anche nell’ambito della salute. Tuttavia, affinché risulti ancora più completo e aderente alle esigenze attuali, diventa necessario prevedere l’aggiunta di un’ulteriore macroarea prevista da tale sistema: alla declinazione delle competenze di base, trasversali e tecnico-professionali si devono aggiungere quelle tecnico professionali trasversali al settore sanitario che permettono di delineare i confini del lavoro in equipe multiprofessionali. Questo consentirebbe di ampliare il campo delle competenze identificate, garantendo una maggiore pertinenza e completezza nell’analisi delle professionalità coinvolte.

Le competenze di base rappresentano le capacità fondamentali necessarie per l’ingresso nel mondo del lavoro, mentre quelle trasversali, sono quelle comunicative e relazionali essenziali in qualsiasi settore lavorativo. Le skills tecniche professionali, invece, sono quelle distintive della figura professionale, mentre le tecniche professionali trasversali al settore sanitario evidenziano l’adattamento del modello specificamente nell’ambito della salute, descrivendo le competenze tipiche di ogni professionista laureato o qualificato, che opera in questo settore.

Com’è emerso da questo articolo e dai precedenti, il concetto di competenza è in continua evoluzione e deve essere costantemente aggiornato per evitare l’obsolescenza. Pertanto, la sua mappatura, nel rispetto di un metodo rigoroso, deve essere un processo dinamico e flessibile, in grado di adattarsi ai cambiamenti nel contesto professionale e alle nuove sfide che emergono nel tempo.

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