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La Fondazione Gimbe lancia l’allarme sulla situazione della sanità italiana: i finanziamenti previsti dalla Legge di Bilancio 2025 sono significativamente inferiori a quanto annunciato. L’incremento reale del Fondo Sanitario Nazionale ammonta a soli 1,3 miliardi di euro, ben lontano dai 3,5 miliardi inizialmente promessi dal governo. Questa discrepanza ha già scatenato proteste nel settore, tanto che i professionisti sanitari hanno annunciato uno sciopero per il 20 novembre.

Il quadro dei finanziamenti: numeri e prospettive
Secondo l’analisi indipendente condotta dalla Fondazione Gimbe, il Fondo Sanitario Nazionale raggiungerà 136.533 milioni nel 2025, con un aumento complessivo di 2,5 miliardi (+1,9%) rispetto all’anno precedente. Di questi, solo 1,3 miliardi provengono dalla nuova Legge di Bilancio, mentre i restanti 1,2 miliardi erano già stati stanziati dalla manovra precedente.
La progressione dei finanziamenti negli anni successivi mostra un andamento discontinuo. Il 2026 vedrà il maggior incremento con 4 miliardi (+3%), seguito da un drastico calo negli anni successivi: appena 536 milioni nel 2027 (+0,4%), 883 milioni nel 2028 (+0,6%), 1.062 milioni nel 2029 (+0,7%), per arrivare a circa 1,2 miliardi nel 2030 (+0,8%).

Le sfide per il sistema sanitario regionale
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, evidenzia come questa situazione metterà le Regioni di fronte a scelte difficili. “Le Regioni saranno costrette a scegliere da quale lato tirare una coperta troppo corta,” afferma Cartabellotta, sottolineando come gli amministratori dovranno optare tra tre alternative ugualmente problematiche: razionalizzare ulteriormente la spesa, tagliare altri servizi o aumentare l’addizionale Irpef.

Gli interventi previsti per le criticità del sistema
La Legge di Bilancio prevede diverse misure per affrontare le problematiche più urgenti del sistema sanitario. Per quanto riguarda le liste d’attesa, è stato previsto un aumento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati: +0,5% nel 2025 (61,5 milioni) e +1% dal 2026 (123 milioni). Sono stati inoltre stanziati fondi premiali per le Regioni virtuose che rispettano i criteri sui Livelli Essenziali di Assistenza.
Il Piano pandemico 2025-2029 riceverà finanziamenti crescenti: 50 milioni nel 2025, 150 milioni nel 2026 e 300 milioni annui dal 2027. Attenzione particolare è stata dedicata anche alle cure palliative, con un incremento di 10 milioni annui dal 2025, e alle comunità terapeutiche, che riceveranno 15 milioni annui per la gestione della mobilità interregionale.

Le conseguenze sul personale sanitario
Una delle criticità maggiori riguarda il personale sanitario. Le risorse stanziate, destinate principalmente ai rinnovi contrattuali, non permetteranno di realizzare il piano straordinario di assunzioni auspicato dal ministro della Salute Schillaci. Inoltre, contrariamente a quanto previsto dal Decreto legge Liste di attesa, non sarà possibile eliminare il tetto di spesa per il personale sanitario.

Prospettive future per la sanità italiana
Cartabellotta conclude con una valutazione preoccupante: nonostante la sanità pubblica rappresenti “la vera emergenza del Paese”, non si intravede alcun rilancio progressivo del finanziamento pubblico. Dopo il temporaneo aumento del 2026, i finanziamenti torneranno a livelli paragonabili all’era pre-pandemica, insufficienti per affrontare le crescenti necessità di cittadini e professionisti sanitari.

Questa situazione solleva interrogativi importanti sul futuro del Sistema Sanitario Nazionale e sulla sua capacità di garantire servizi adeguati alla popolazione, in un contesto dove le sfide sanitarie richiederebbero invece un potenziamento significativo delle risorse disponibili.

Fonte: ANSA

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