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La Coscienza come Chiave per Governare lo Sviluppo dell’IA

Siamo solo all’inizio di un’epoca di profondi cambiamenti sociali trainati dalla rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale di consumo che porterà alla nascita dell’AGI (Artificial General Intelligence) e ad ulteriori e super-umane IA.

In questo scenario lo studio della coscienza umana non è solo un affascinante campo di ricerca scientifica, ma una necessità strategica per il futuro dell’umanità.

Questo articolo si propone di esplorare -seppur brevemente- la natura della coscienza, esaminandone le fondamenta neuroscientifiche e le implicazioni filosofiche. Particolare attenzione sarà dedicata al ruolo cruciale che la comprensione della coscienza può giocare nel guidare lo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale e nel salvaguardare l’essenza dell’esperienza umana in un mondo in cui la tecnologia si sostituisce sempre di più all’uomo.

La coscienza, quel misterioso fenomeno che ci permette di avere esperienze soggettive e di essere consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda, rappresenta forse l’ultimo baluardo della singolarità umana in un’epoca in cui le macchine sembrano poter replicare e superare molte delle nostre capacità cognitive. Comprendere la coscienza non è quindi solo una questione di curiosità scientifica, ma diventa un elemento chiave per definire ciò che ci rende umani e per guidare lo la tecnologia, l’applicazione concreta della tecnologia,  verso il benessere di ogni singolo essere umano e dell’ambiente (Society 5.0).

La coscienza rappresenta uno dei temi più affascinanti e complessi nel campo della psicologia, delle neuroscienze e della filosofia. Definita storicamente come un flusso di contenuti mentali da William James (James, 1890), la comprensione della coscienza si è evoluta nel corso del tempo, abbracciando concetti come l’esperienza fenomenica e il problema difficile della coscienza introdotto da David Chalmers (Chalmers, 1995).

L’Evoluzione della Consapevolezza

Secondo il Professor Michael Graziano della Princeton University (video in fondo all’articolo), la consapevolezza può essere concepita come un modello del sé costruito dal cervello per monitorare e prevedere il comportamento (Graziano, 2013). Questo modello è intrinsecamente legato al processo dell’attenzione, che stabilizza selettivamente determinate informazioni nel cervello.

L’evoluzione della consapevolezza è strettamente correlata allo sviluppo del cervello, in particolare del cortex cerebrale. Studi di neuroimaging hanno rivelato che certe aree del cervello, come la corteccia prefrontale e il precuneo, sono cruciali per la consapevolezza (Dehaene et al., 2006).

La consapevolezza, o almeno le sue basi, potrebbe essere presente in una vasta gamma di vertebrati, inclusi alcuni rettili, uccelli e mammiferi (Edelman & Seth, 2009). Questo suggerisce un valore adattativo significativo della consapevolezza nell’evoluzione.

La capacità umana di proiettare modelli mentali e consapevolezza sugli altri, nota come teoria della mente, ha giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione sociale umana (Premack & Woodruff, 1978). Questa abilità ha permesso una cooperazione sociale avanzata, fondamentale per il successo evolutivo della nostra specie.

Approcci Scientifici allo Studio della Coscienza

I ricercatori utilizzano una varietà di metodi per studiare la coscienza, tra cui:

  • Studi comportamentali
  • Imaging cerebrale (fMRI, EEG)
  • Modelli computazionali

Lo studio della coscienza presenta sfide uniche, poiché non è possibile osservarla direttamente. Tuttavia, fenomeni come la negligenza spaziale unilaterale hanno fornito preziose intuizioni sui meccanismi neurali della consapevolezza (Husain & Rorden, 2003).

Federico Faggin propone una visione innovativa della coscienza come un campo quantistico (Faggin, 2021). Questa teoria suggerisce che la coscienza potrebbe operare su un livello di realtà che trascende la materia fisica, collegando concetti di fisica quantistica con la natura della consapevolezza.

Applicando il principio di non-località della fisica quantistica alla coscienza, Faggin suggerisce che le esperienze soggettive potrebbero essere interconnesse attraverso un campo di coscienza universale (Faggin, 2021). Questa idea risuona con alcune interpretazioni della meccanica quantistica, come l’interpretazione di Bohm (Bohm, 1980).

Se la coscienza è effettivamente un fenomeno quantistico, replicarla in una macchina potrebbe richiedere una comprensione e un controllo dei processi quantistici a un livello attualmente non raggiunto (Hameroff & Penrose, 2014).

Il Futuro della Coscienza: Implicazioni per la Società, la Scienza e l’Umanità

La comprensione più profonda della coscienza potrebbe rivoluzionare campi come:

  • Medicina: Migliorando il trattamento di disturbi della coscienza e malattie neurodegenerative (Owen et al., 2006).
  • Educazione: Ottimizzando i metodi di apprendimento basati sulla comprensione dei processi cognitivi (Dehaene, 2020).
  • Etica: Ridefinendo i concetti di responsabilità morale e libero arbitrio (Libet, 1985).

La ricerca sulla coscienza potrebbe portare a:

  • Nuove tecnologie per l’interfaccia cervello-computer (Wolpaw et al., 2002).
  • Progressi nella comprensione dell’origine della vita e dell’intelligenza nell’universo (Tononi & Koch, 2015).
  • Sviluppo di nuovi paradigmi in fisica e biologia (Penrose, 1994).

Le implicazioni a lungo termine includono:

  • Possibile fusione tra intelligenza biologica e artificiale (Kurzweil, 2005).
  • Espansione della coscienza umana attraverso la tecnologia (Chalmers, 2010).
  • Nuove forme di organizzazione sociale basate su una comprensione più profonda della cognizione collettiva (Malone & Bernstein, 2015).

Coscienza e AI

Dobbiamo chiederci: può una macchina sviluppare una vera coscienza? Questa domanda non è solo accademica, ma ha profonde implicazioni etiche. Se creiamo IA avanzate, potremmo dover affrontare questioni di diritti e responsabilità per entità artificiali potenzialmente senzienti. Dobbiamo essere cauti per evitare di creare involontariamente forme di sofferenza artificiale.

Per guidare lo sviluppo responsabile dell’IA, si possono incorporare principi etici ispirati alla coscienza umana nei nostri sistemi artificiali. L’empatia e la considerazione morale dovrebbero essere pilastri fondamentali nello sviluppo dell’IA. Implementare sistemi di valori umani nell’IA non è un compito facile, ma è essenziale per creare tecnologie che coesistano armoniosamente con l’umanità.

Allo stesso tempo, dovremmo preservare l’unicità dell’esperienza umana. Identificare e proteggere gli aspetti inimitabili della coscienza umana è cruciale. Possiamo ipotizzare strategie per mantenere il controllo umano sulle decisioni critiche, anche in un mondo sempre più automatizzato. L’obiettivo non dovrebbe essere la sostituzione dell’uomo, ma la collaborazione uomo-macchina che valorizzi la coscienza umana.

Guardando al futuro, dobbiamo considerare le implicazioni sociali di un mondo dominato dall’IA. Come possiamo preservare il nostro senso di scopo in un ambiente altamente automatizzato? La risposta potrebbe risiedere in una ridefinizione del ruolo dell’uomo, enfatizzando le qualità unicamente umane che derivano dalla nostra coscienza.

Infine, sottolineiamo l’importanza della ricerca interdisciplinare. La collaborazione tra neuroscienziati, filosofi ed esperti di IA sarà fondamentale per avanzare in terreni sconosciuti. Proponiamo l’esplorazione di modelli di coscienza che potrebbero essere applicabili sia agli esseri umani che alle macchine.

In conclusione, la comprensione della coscienza non è solo una questione accademica, ma una necessità pratica nell’era dell’IA (AI Centrica). Con un approccio equilibrato e consapevole allo sviluppo tecnologico, possiamo aspirare a un futuro in cui l’IA e la coscienza umana coesistono in armonia, arricchendosi reciprocamente invece di competere. Questo ideale si allinea perfettamente con il concetto di Society 5.0, dove la tecnologia è integrata senza soluzione di continuità nella società per migliorare la qualità della vita di tutti.

Il nostro viaggio verso questo futuro che abbiamo chiamato  “La chiameremo Umanità“, sarà complesso ma ricco di potenziale. In questa visione, l’avanzamento tecnologico non è fine a se stesso, ma un mezzo per potenziare e amplificare le capacità umane, preservando al contempo l’essenza della nostra coscienza e la nostra connessione con l’ambiente.

Society 5.0 ci offre un modello in cui l’IA non sostituisce l’uomo, ma lo affianca, creando una sinergia che va oltre la semplice efficienza. In questo contesto, la coscienza umana gioca un ruolo cruciale nel guidare lo sviluppo etico e responsabile dell’IA, assicurando che la tecnologia rimanga uno strumento al servizio dell’umanità e non viceversa.

Il potenziale per l’avanzamento dell’Umanità – e con essa della vita e dell’ambiente – è immenso. Immaginando un futuro in cui la coscienza umana e l’intelligenza artificiale collaborano in armonia, possiamo aspirare a soluzioni innovative per le sfide globali, dalla sostenibilità ambientale all’equità sociale.

In questo nuovo paradigma, “La chiameremo Umanità” diventa più di uno slogan: è una chiamata all’azione per sviluppare tecnologie che amplificano il meglio della nostra natura umana, preservando la nostra coscienza come guida morale e creativa. Il nostro compito è quello di navigare questa transizione con saggezza, assicurandoci che il progresso tecnologico rimanga ancorato ai valori umani e alla consapevolezza della nostra interconnessione con tutto ciò che ci circonda.

Mentre ci avventuriamo in questo territorio inesplorato, ricordiamoci che la vera misura del nostro successo non sarà solo l’avanzamento tecnologico, ma come questo avanzamento eleverà l’esperienza umana, proteggerà il nostro pianeta e arricchirà la vita in tutte le sue forme. Questo è il vero significato di progresso nell’era della Society 5.0 e della “Umanità” che stiamo chiamando a realizzare.

Giuseppe Orzati

Riferimenti Bibliografici

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