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E pur si muove“, sussurrò Galileo Galilei sfidando le convinzioni del suo tempo. Oggi, queste parole risuonano in un contesto del tutto nuovo: quello della sanità italiana. Mentre il sistema sanitario nazionale si dibatte tra sfide senza precedenti, una rivoluzione silenziosa ma profonda sta prendendo piede, promettendo di riconciliare l’efficienza con l’umanità.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e altre innovazioni nazionali e regionali stanno gettando le fondamenta per una trasformazione digitale della sanità. Tuttavia, questi progressi, pur fondamentali, rischiano di perpetuare un approccio orientato principalmente all’efficienza produttiva, trascurando l’impatto umano e sociale delle cure.

La vera sfida che si profila all’orizzonte è quella di costruire un sistema sanitario che, pur abbracciando l’innovazione tecnologica, mantenga l’uomo al centro. È qui che entrano in gioco nuovi paradigmi che coniugano il bisogno di efficienza con l’effetto delle cure sulla persona e sulla società nel suo complesso.

Il progetto “Grandi Ospedali” sta emergendo come un laboratorio di innovazione condivisa, dimostrando che le idee più audaci e trasformative possono superare le barriere burocratiche e culturali quando sono sostenute da una visione comune. Questa collaborazione inter-ospedaliera sta aprendo la strada a un nuovo modo di concepire l’innovazione in sanità.

In questo contesto, l’approccio “Society 5.0“, proposto da Toyota, si sta affermando come una possibile risposta. Evoluzione del Lean Thinking, ampiamente adottato nella sanità italiana, il modello Society 5.0 va oltre l’eliminazione degli sprechi e la manutenzione dei processi. Pone al centro la soddisfazione umana, sia dei pazienti che degli operatori sanitari, integrando questo focus con le più avanzate innovazioni tecnologiche, dall’intelligenza artificiale al digitale avanzato.

Questo nuovo paradigma riconosce che, in un’epoca di risorse limitate e bisogni sanitari crescenti, la tecnologia deve essere al servizio dell’umanità, non viceversa. L’obiettivo è creare un sistema sanitario che sia non solo più efficiente, ma anche più umano e centrato sulla persona.

La sanità digitale, potenziata dall’AI, dall’Internet of Things e dalle realtà virtuali, offre la possibilità di personalizzare i trattamenti medici e migliorare l’accessibilità dei servizi. Allo stesso tempo, l’applicazione del modello Lean Toyota nella sua versione più evoluta aiuta a ottimizzare i processi, riducendo i costi senza compromettere la qualità delle cure.

Ma la vera rivoluzione sta nel mettere il valore umano al centro di ogni decisione. Questo significa creare ambienti di lavoro che valorizzino il personale sanitario, promuovano il benessere dei pazienti e assicurino che le decisioni tecniche non eclissino mai il valore della persona.

L’innovazione condivisa e la collaborazione tra diverse strutture sanitarie stanno emergendo come strategie chiave per superare le resistenze al cambiamento e scalare rapidamente le soluzioni più promettenti. Questo approccio collaborativo non solo stimola un ambiente di crescita e apprendimento continuo, ma permette anche di rispondere più agilmente alle emergenze sanitarie.

“E pur si muove”, potremmo dire oggi della sanità italiana. Si muove verso un futuro in cui l’efficienza e l’umanità non sono più in contrasto, ma si rafforzano a vicenda. Un futuro in cui la tecnologia più avanzata è messa al servizio di una visione profondamente umana della salute e del benessere.

La strada è ancora lunga e piena di sfide, ma i primi passi sono stati compiuti. Con l’adozione di questi nuovi paradigmi, il sistema sanitario italiano ha l’opportunità di diventare non solo più efficiente, ma anche più equo, sostenibile e, soprattutto, umano.

La rivoluzione è in corso, silenziosa ma inarrestabile. E, come Galileo ci ha insegnato, una volta che il movimento è iniziato, non può essere fermato. La sanità italiana si sta muovendo verso un futuro in cui l’innovazione tecnologica e l’umanità non solo coesistono, ma si rafforzano a vicenda, promettendo di creare un sistema sanitario che sia veramente al servizio della società nel suo complesso.