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Oltre 300 partecipanti in una giornata che segna un passo in avanti, diverso e concreto verso il cambiamento di cui necessita il nostro sistema socio-sanitario. Nella sala Moriello dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, il 30 gennaio scorso si sono dati appuntamento gli innovatori della sanità con il loro lavoro di co-creazione di progetti, di messa in comune di professionalità, di idee e soluzioni, di condivisione multidisciplinare per realizzare una sanità all’avanguardia.

Ad aprire i lavori di questo incontro un panel animato da grandi manager sanitari: Antonio D’Amore, direttore generale dell’AO Ospedale Cardarelli, Giuseppe Longo, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso e direttore generale ASL 4 Liguria. In un ideale passaggio di testimone da Roma a Napoli, Daniela Donetti, direttrice dell’Azienda ospedaliera Universitaria Sant’Andrea e Giuseppe Quintavalle, direttore generale del Policlinico Tor Vergata hanno dato vita a un confronto generativo di nuova progettualità che cambi rotta alla nostra sanità.

Una tappa importante nel percorso di continuità intrapreso dagli Open Meeting “Grandi Ospedali”, in cui la restituzione dei risultati dei Laboratori, che si sono tenuti nel 2023 alla Fondazione Tor Vergata e all’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma, ha prodotto un articolato dossier. Analisi, strategie, proposte che, il 20 febbraio prossimo, saranno presentate e messe sul tavolo del ministro della Salute, Orazio Schillaci, dagli Ambassador perché si arrivi a una sanità efficace e rispondente ai bisogni diversificati di cittadini e professionisti del settore.

Il denso programma, che ha scandito una giornata dal ritmo serrato, ha messo in evidenza l’idea di tempo-valore quale elemento non solo per essere pronti alla sfida di cambiamento, ma soprattutto per segnare quella dimensione fortemente operativa che contraddistingue il lavoro delle molteplici professionalità impegnate nei Laboratori in cui sono organizzati gli Open Meeting.

Al centro dei lavori l’innovazione nei processi di salute, in termini di organizzazione e management, di formazione e ricerca, digitalizzazione, sostenibilità e accessibilità, di ospedali senza muri, di opportunità per le aziende e di nuove normative. I protagonisti del cambiamento, Ambassador di una nuova visione di sanità, si sono mossi nella direzione del fare per la presa in cura delle persone e per una salute che incardina quello che dovrà essere il futuro del sistema sanitario. 31 laboratori di design thinking, che in questo incontro sono confluiti in 8 macroaree per affrontare tematiche e focus scaturiti dal lavoro del Board e dal confronto tra i vari operatori del settore. L’incontro, animato dagli interventi di relatrici e relatori, ha messo in luce come sviluppare strategie evolutive per passare da un modello ospedale-centrico a un modello user-center sostenibile, che ha come punti di riferimento: un ambiente favorevole alla ricerca, lo sviluppo delle competenze, l’open innovation, la capacità di concepire l’ospedale come un organismo vivente: flessibile, umano, smart, che dia sicurezza nelle cure e nella struttura, alle politiche che tengano conto della medicina di genere e del gender balance fino alla co-progettazione con pazienti e alla comunicazione/informazione dovute alla salute. Tutto in un’ottica di condivisione e nella traduzione di una conoscenza che lavora a beneficio di una migliore integrazione tra tutti i soggetti coinvolti e le parti interessate per preservare il carattere universalistico del SSN e costruire nuovi modelli di sanità in grado di risanare quegli aspetti preoccupanti di crisi strutturale presenti nel rapporto con la domanda di salute.

I laboratori e il lavoro degli innovatori della sanità non si fermano e l’appuntamento con la Terza Edizione degli Open Meeting “Grandi ospedali”, del 29-30 maggio 2024, sempre nella Città partenopea, diventa irrinunciabile per tutti coloro che credono sia ora il momento di operare quell’inversione di mentalità in grado di generare un cambiamento culturale che progetti il futuro della sanità italiana all’insegna di quella innovazione complementare e sinergica in favore di un ecosistema sanitario in cui l’interazione tra i componenti che lo costituiscono e il perseguimento di finalità comuni siano elementi caratterizzanti per conseguire una reale integrazione delle cure.

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