Condividi questa storia!

Scarica l’app MyMagazine!

Esprimi le tue idee e proposte per il dibattito su Tecnologia e Umanità

Tipo di contributo *
Trattamento dei dati *

Genova lancia la “rivoluzione gentile” della sanità italiana
di Giuseppe Orzati

GENOVA – Nella Sala Trasparenza della Regione Liguria le vetrate affacciano su Via Fieschi, ma ieri mattina sembrava di scorgere, riflesso nei pannelli, il profilo frastagliato di Portofino. È lì, infatti, che l’11 febbraio 2026 approderà HumanCare 2026, secondo convegno nazionale sull’umanizzazione delle cure. A Genova, però, si è celebrato il battesimo ufficiale del progetto: un manifesto che punta a riconfigurare la sanità italiana da macchina erogatrice di prestazioni a ecosistema di relazioni.

«L’eccellenza clinica senza empatia è soltanto metà della guarigione», ha esordito Paolo Petralia, direttore generale dell’Asl 4, condensando lo spirito di un percorso nato con il piano “Avere Cura” (oltre cinquanta progetti, due anni di lavoro) e ora pronto a fare scuola a livello nazionale.

Dal piano “Avere Cura” al “Metodo Liguria”

Il seme è stato gettato proprio qui, a pochi passi da Piazza De Ferrari: percorsi D.A.M.A. per pazienti con disabilità, équipe di volontari nei Pronto Soccorso, Community Building nei quartieri. Il risultato? Ricoveri più brevi, meno rientri in ospedale, personale meno esposto al burn-out. Oggi l’Asl 4 rilancia: HumanCare 2026 sarà la cabina di regia di una community of practice che mette in rete Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna, con Veneto e Sicilia pronte a salire a bordo.

Un comitato scientifico sta già elaborando il primo Indice di Umanizzazione: minuti di ascolto, riduzione dello stress dei caregiver, adesione ai percorsi di cura. «Vogliamo misurare la gentilezza con la stessa serietà con cui monitoriamo i marker clinici», ha spiegato Maria Elena Secchi, direttore sociosanitario.

La tecnologia al servizio dell’empatia

Cuore del progetto è una piattaforma digitale che integra cartella clinica e feedback in tempo reale dei pazienti, potenziata da algoritmi di machine-learning capaci di “predire” fragilità sociali. «Non stiamo siliconizzando la compassione – precisa Massimo Nicolò, assessore regionale alla Sanità –; al contrario, restituiamo tempo clinico alla relazione umana grazie a processi più fluidi».

Entro il 2026 la Medical Humanities Academy ligure formerà 1.200 professionisti su narrazione di cura, bioetica e design thinking: un vero “Erasmus dell’empatia”.

Verso Portofino 2026

Se Genova è la fucina delle idee, Portofino sarà la vetrina operativa. «Due anni fa, in piena pandemia, la nostra Piazzetta ospitò un concerto solidale per gli operatori sanitari; ora torniamo ad accogliere chi si prende cura di noi, ma con una sfida di respiro nazionale», ha ricordato il sindaco Matteo Viacava.

Il borgo diventerà laboratorio civico: workshop aperti ai cittadini, lezioni di story-telling per pazienti cronici, esposizioni d’arte sul tema della cura. «Vogliamo che la comunità sia coprotagonista, non spettatrice», assicura Petralia.

Perché riguarda tutti

Chi parla di “cosmesi sanitaria” non legge i numeri: l’implementazione di modelli di umanizzazione ha ridotto i riaccessi entro 30 giorni del 18 % e aumentato la soddisfazione interna del 12 %. In un sistema a corto di medici e infermieri, l’umanità non è un optional: è un moltiplicatore di efficienza.

Alle 12.47, mentre le luci dei proiettori si spengono sulla slide “Save the Date – 11 febbraio 2026”, un applauso attraversa la Sala Trasparenza. Non è solo l’eco di un invito; è il rumore di un Paese che, forse, ha deciso di misurare il proprio progresso non più soltanto con i tempi di attesa, ma con il tempo – e lo sguardo – che dedica alle persone.


Articoli recenti

    Rubriche